Provincia magmatica Romana

Agli inizi del XX secolo la Provincia magmatica Romana (PMR) è stata definita come la più grande regione a vulcanismo potassico, che si estende dalla Toscana del Sud fino all’area Campana (Washington 1906). La PMR è formata da grandi complessi vulcanici (Vulsini, Sabatini e Colli Albani) che nel complesso hanno eruttato circa 900 Km3 di materiali, in un lasso di tempo compreso tra 800 Ka e meno di 20 Ka.

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Localizzazione dei centri vulcanici della Provincia Magmatica Romana



Nella parte Nord gli edifici vulcanici si sovrimpongono alle rocce magmatiche della Provincia Magmatica Toscana (PMT), inoltre si ha l’evidenza di ibridazione tra i prodotti di queste due provincie in numerose zone.

La zona Sud della PMR è delimitata dalla linea tettonica Ancona-Anzio, un importante struttura con andamento NE-SW che attraversa la catena Appenninica.
L’attività vulcanica della PMR è stata per lo più esplosiva, con numerose eruzioni Pliniane e associati collassi calderici. Le rocce consistono per lo più in coltri ignimbritiche e depositi piroclastici e scarse colate laviche.

Le spesse coltri ignimbritiche sono molto abbondanti e interessanti, sia da punto di vista geologico che storico in quanto esse formano piccoli plateau, con pareti molto ripide che sono stati utilizzati per la costruzione di numerose città (Orvieto, Civita di Bagnoregio ecc). Il moderato grado di addensamento di tali rocce inoltre ha permesso il loro utilizzo come materiale da costruzione sin dall’epoca etrusca.

Petrograficamente, le rocce della PMR sono per lo più fortemente sottosature e ultrapotassiche; in alcune zone si hanno anche rocce sature e sovrassature potassiche, soprattutto nella zona dei Vulsini e di Vico. Rocce evolute (Tefrifonoliti, fonoliti e trachiti) prevalgono sulle rocce mafiche poco evolute, ad eccetto che nella zona dei Colli Albani dove i prodotti vulcanici variano da tefriti e leucititi fino a fono tefriti.

I centri vulcanici della PMR si sono sviluppati in una regione caratterizzata fin dal Miocene-Quaternario da una tettonica estensionale, legata alla migrazione verso Est della catena Appenninica e alla contemporanea aperture del Mar Tirreno. Tutta la zona è caratterizzata da bacini Miocenici-Pliocenici con orientazione NW-SE sviluppatisi lungo sistemi di faglia normali e successivamente intersecati di sistemi di faglie orientate NE-SW. Entrambi i sistemi di faglia rappresentano zone di debolezza lungo cui i magmi della PMR si sono messi in posto. Le rocce pre-vulcanismo Romano sono formate da coperture sedimentarie alloctone (Falda Toscana, dominio Umbro-marchigiano e sedimenti marini e continentali Miocenico-Quaternari.

Si ipotizza che la genesi dei magmi della PMR sia legata a vari gradi di fusione parziale, in condizioni di pressione variabile, di un mantello Iherzolitico arricchito in flogopite da processi metasomatici. I dati geochimici hanno messo in evidenza che il metasomatismo potrebbe essere dovuto all’aggiunta di materiale marnoso nel mantello; questo richiede però una zona di subduzione al di sotto della PMR. I tempi di questi processi metasomatici sono molto dibattuti (secondo alcuni si sarebbero verificati 2.0 Ga fa mentre secondo altri in tempi relativamente recenti).

Le rocce della PMR assomigliano in certa misura alle rocce kamafugitiche della Provincia magmatica Intra-Appenninica, soprattutto per quanto riguarda l’andamento degli elementi in traccia e degli isotopi radiogenici. Questa somiglianza ha suggerito l’ipotesi che per le due provincie magmatiche si siano avuti gli stessi processi metasomatici. Tuttavia le differenze di saturazione, nel rapporto K2O/CaO, nei valori di CaO, Al2O3 e Na2O indicano che la sorgente mantellica, la natura dei materiali metasomatizzanti o il grado di fusone parziale siano in certa misura diversi.

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Caratteristiche petrografiche dei centri vulcanici della Provincia Magmatica Romana







Bibliografia



Le informazioni contenute in questa pagina sono tratte da:
• Peccerillo.A (2005): Plio-Quaternary Volcanism in Italy.