Pseudotachiliti

Il termine "pseudotachilite" fu introdotto per la prima volta da Shand nel 1916, per descrivere delle rocce vetrose di colore scuro, simili ai vetri basaltici, ma che si rinvengono in ambiente di faglia. Le pseudotachiliti sono state rinvenute in una grande varietà di rocce e di ambienti geodinamici, dalle zone di faglia alle zone di impatto di meteoriti, dalle colate piroclastiche alle frane collegate al collasso di grandi strutture.

Le pseudotachiliti che si rinvengono nelle zone di taglio sono dette pseudotachiliti tettoniche, e sono le più comuni; esse sono il prodotto della frantumazione e della frizione, che induce fusione, lungo una superficie di faglia durante eventi sismici. Infatti, per definizione, le pseudotachiliti sono rocce di faglia che mostrano l’evidenza di fusione.

Le pseudotachiliti sono caratterizzate da una struttura cripto cristallina vetrosa, contenente frammenti di diverse dimensioni della roccia ospite.
I clasti presenti nelle pseudotachiliti comprendono clasti litici o singoli cristalli; questi frammenti, litici o cristalli, non sono diagnostici della roccia ospite in quanto durante la formazione delle pseudotachiliti, i minerali della roccia madre fondono o vengono frammentati in maniera diversa a seconda del loro punto di fusione o della loro durezza, alcuni minerali tenderanno a fondere completamente, cosi che non ne resta traccia all’interno della matrice vetrosa.

In molte pseudotachiliti, frammenti di fillosilicati e di anfibolo sono rari, mentre comuni sono clasti di plagioclasio e quarzo; questo determina anche una composizione più mafica rispetto alla roccia ospite, poiché si ha la fusione principalmente di minerali mafici. I clasti presentano forme spigolose o arrotondate, e comunemente costituiscono i nuclei per la cristallizzazione di sferuliti della stessa composizione.

Molte strutture tipiche delle pseudotachiliti sono identiche a quelle delle rocce vulcaniche. Ad esempio si rinvengono microliti e sferuliti di varie dimensioni e forme, chilled margins, gocce di solfuri derivanti da fenomeni di immiscibilità tra liquidi, vescicole ed amigdale, strutture di flusso. Lo sviluppo delle pseudotachiliti è relazionato a eventi sismici e a zone di taglio; in generale è stato stimato che si sviluppino a profondità comprese tra 3 e 20 Km, con tassi di movimento compreso tra 1 e 10 m -1 e temperature dell’ordine di 1000-1500°C.

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Strutture di "iniezione".



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Strutture di "iniezione". Peridotite di Balmuccia, Ivrea-Verbano. Foto di Francesca Meneghini.



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Pseudotachilite con strutture di iniezione. Ultramilonite proveniente da Sierra de Quilmes, NW Argentina. Tratta da Monash University



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Brecce cementate da pseudotachiliti. Cratere di impatto di Vredefort, Sud Africa. Tratta da Hartebeesthoek Radio Astronomy Observatory.



Bibliografia



Le informazioni contenute in questa pagina sono tratte da:
• David Shelley (1983): Igneous and metamorphic rocks under the microscope. Campman & Hall editori.
• Appunti del corso di Complementi di geologia strutturale (C.Montomoli/C.Frassi - A.A 2009/2010)



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Pseudotachiliti iniettate nel basamento cristallino della corsica. Foto di Agnese Fazio. Escursione Corsica 2010.
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Pseudotachiliti iniettate nel basamento cristallino della corsica. Foto di Agnese Fazio. Escursione Corsica 2010.
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Pseudotachiliti iniettate nel basamento cristallino della corsica. Foto di Agnese Fazio. Escursione Corsica 2010.
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Pseudotachilite derivante da un quarzo-scisto, il materiale nero è vetro. Immagine a N//, 2x (lato lungo = 7mm)
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Pseudotachilite derivante da un quarzo-scisto, il materiale nero è vetro. Immagine a N//, 2x (lato lungo = 7mm)
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Pseudotachilite derivante da un quarzo-scisto, il materiale nero è vetro. Immagine a N//, 2x (lato lungo = 7mm)